MOOM
Matera Olive Oil Museum
MOOM
Matera Olive Oil Museum
museo dell'olio
Ospitato in un antico frantoio ipogeo
Vico I Casalnuovo
Sasso Caveoso
orari di apertura
Dal lunedì alla domenica su prenotazione.
Preavviso di 24-48 ore.
costi di ingresso
Intero: 7,00 €
Ridotto: 5,00 € (fino a 18 anni, gruppi, convenzioni, invalidi)
Scolaresche: 3,00
Gratuito per minori di 6 anni e accompagnatori scolastici
Il Museo dell’Olio d’Oliva di Matera (MOOM) è ospitato in un antico frantoio ipogeo del 1500. Nel cuore del Sasso Caveoso, il MOOM racconta la storia di un prodotto nobile e prezioso: l’olio d’oliva. Il percorso guidato all’interno del museo è una continua scoperta che riporta indietro nel tempo. Dapprima frantoio, dal 1940 fu trasformato in cantina e l’ambiente modificato e stratificato per far posto a torchi enologici, vasche di fermentazione e affinamento del vino.
Oggi, dopo due anni di restauro è possibile ammirare l’antico frantoio ipogeo, con tutte le caratteristiche e tecnologie che gli permettevano di trasformare le olive in olio.
Il MOOM è anche un luogo di degustazione. La sala superiore, costruita alla fine del 1800 per ospitare carichi crescenti di olive, è stata trasformata in una sala degustazione dove imparare a riconoscere gli oli extravergini di qualità e degustare prodotti tipici lucani.
CENNI STORICI SUI FRANOTIANI
I frantoiani lavoravano e vivevano nel frantoio, spesso perché non avevano essi stessi una casa, per l’alternanza continua di lavoro e (poco) riposo o ancora per non disabituare la vista alla scarsa luminosità dell’ipogeo, privo di finestre e illuminato dalla scarsa luce delle lampade ad olio. Il pozzo interno, alimentato da un ingegnoso sistema di recupero dell’acqua piovana, garantiva l’approvvigionamento idrico.
Le olive, portate al frantoio e depositate negli olivai, venivano molite nella grande macina in pietra movimentata da asini e muli, oggi ricostruita con le pietre originali e funzionante. La pasta delle olive veniva poi trasportata a mano nella grande sala centrale dotata di presse alla genovese per la pressatura e cisterne, riscoperte durante la restaurazione, rivestite in coccio pesto per la separazione dell’olio dall’acqua di vegetazione. Non manca una zona di riposo per i frantoiani che si alternavano nella lavorazione, anche se di dimensioni ridotte rispetto alla stalla che accoglieva gli animali. Un forno e un letto sono tutto ciò che serviva ai fratoiani per rifocillarsi e riprendere le forze prima di un nuovo turno lavorativo.
LE GRANDI CISTERNE DEL MOOM
Uniche nel loro genere sono le nove grandi cisterne rettangolari scavate nella parte più bassa dell’ipogeo, anch’esse rinvenute durante i lavori di restauro. Un ingegnoso sistema alternativo per la separazione della miscela di acqua e olio, che sfrutta la pendenza del pavimento e una grande cisterna di recupero dell’acqua di vegetazione: l’inferno.
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