Padiglioni Invisibili: common – Ultima sessione al via

Padiglioni Invisibili - Common

Quando

Dal 14 dicembre 2019
al 19 gennaio 2020

Dove

Museo per la Fotografia Pino Settanni

Orari

Da mercoledì a domenica
dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20

Ingresso

Con Passaporto Matera 2019

Torniamo a parlare del progetto Padiglioni Invisibili, ideato dalla Fondazione SoutHeritage e co-prodotto con Fondazione Matera-Basilicata 2019 nel quadro del programma ufficiale Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, in partnership con ENSA – École Nationale Supérieure d’Art di Bourges, Francia; Global Grand Central di Stoccolma, Svezia; BAICR Cultura della Relazione e Human Ecosystem Relations di Roma.

Dal 14 dicembre 2019 al 19 gennaio 2020 sarà possibile visitare un’installazione del famoso architetto e urbanista Yona Friedman, conosciuto come uno dei protagonisti indiscussi della stagione utopica dell’architettura internazionale del dopoguerra per le sue elaborate concezioni architettoniche collettive e mobili. Con l’installazione di Friedman si entra, così, nell’ultima sessione di mostre di Padiglioni Invisibili (abbiamo già parlato della prima, della seconda e della terza sessione), sempre presso gli spazi del Museo Pino Settanni – Palazzo Viceconte.

Quest’ultima sessione è intitolata common, dal concetto di componente comunitaria quale elemento centrale del processo di costruzione.

Descrizione dell’opera di Yona Friedman visibile dal 14 dicembre

Il protocollo-opera “Prototype improvisé de type « nuage »” di Yona Friedman, risulta essere esemplificativo dell’architettura ipogea, poiché incentrato sulla realizzazione di un nuovo spazio simbolizzato e segnato dall’installazione, che determina un dialogo tra ciò che c’è attorno e il vuoto che si sviluppa tra le cose.

La componente comunitaria è l’elemento centrale del processo di costruzione ed è l’unica regola istituita e imposta dal prototipo: dalla scelta dei materiali alla scelta della forma, la realizzazione dell’architettura mobile è tale solo se condivisa; la costruzione dell’installazione, in un quadro progettuale cooperativistico e ausiliario e in un ambito locale caratterizzato dalla cultura sociale e artistica nell’impresa di matrice olivettiana, ha visto il coinvolgimento di alcuni addetti alla manifattura dell’azienda “Calia Italia” che, con la supervisione dello studio d’architettura Obliqua, hanno realizzato l’opera con materiali di riciclo derivanti dalla lavorazione-costruzione di salotti.

Breve biografia di Yona Friedman

Divenuto celebre fra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, nel periodo noto come quello della megastruttura, Yona Friedman è un teorico dell’architettura mobile e dell’architettura di sopravvivenza.

È nato a Budapest nel 1923 e vive a Parigi. Ha insegnato presso diverse università americane e collaborato con le Nazioni Unite, l’Unesco e la Comunità Europea.
Ha ricevuto il Gran Premio Leone d’Oro di San Marco al festival di Venezia per i suoi film di animazione e il Gran Premio dell’Accademia di Berlino alla carriera.
Tra i suoi numerosi libri in traduzione italiana: Per una architettura scientifica (1971), L’architettura mobile: verso una città concepita dai suoi abitanti (1972), Città per vivere (1982), Utopie realizzabili (2003), L’ordine complicato (2011). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato L’architettura di sopravvivenza: una filosofia della povertà (2009).

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