Dal 25 Novembre 2023, la chiesa della Madonna del Carmine di Palazzo Lanfranchi ospita una nuova installazione permanente: si tratta di Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories, un’opera site specific dell’architetto e artista argentino Tomás Saraceno, giunto a Matera con un progetto della Fondazione Matera Basilicata 2019 in collaborazione con il Museo Nazionale di Matera.
L’artista torna a Matera, dove ha fatto diversi soggiorni iniziati nove anni fa e culminati nel luglio 2022 con la visita al Museo Nazionale di Matera e alla chiesa della Madonna del Carmine: tali soggiorni e la visita a tale chiesa, inserita all’interno di Palazzo Lanfranchi, hanno favorito l’ispirazione che ha portato alla creazione dell’opera.
L’iniziativa si pone in continuità con il percorso di ricerca dedicato ai linguaggi dell’arte contemporanea avviato a Palazzo Lanfranchi dalla Direttrice del Museo Nazionale di Matera, Annamaria Mauro, che punta a raccontare il presente in cui l’arte contemporanea è motore di conoscenza, meraviglia e consapevolezza.
Il perché dell’opera
Life(s) of Webs: arachnophobias, arachnophilias, and other stories è un confessionale nel quale al posto del sacerdote compaiono ragnatele con l’intento di condividere la loro saggezza ancestrale. È un appello all’umanità, da cogliere nell’intimità individuale: “Viviamo sulla Terra da più di 380 milioni di anni, mentre la maggior parte di voi umani, solo da 200 mila anni… Noi invertebrati rappresentiamo il 95% di tutti gli animali del pianeta Terra, ma siamo minacciati dall’estinzione, ciò rappresenterebbe un pericolo per qualsiasi forma di vita sulla Terra. Vi chiediamo di proteggere i diritti delle nostre reti della vita. Possiamo unire le forze e tessere insieme modi di vivere, con stili di vita che non pregiudichino il clima, per società più giuste, eco-sociali, inter-intraspecie per tutti?” (Tomás Saraceno).
Saraceno ha colto l’intrinseco valore spirituale della città dei Sassi, che ben si presta ad accogliere la natura olistica e universale delle sue vetrine con le ragnatele ibride al loro interno, create attraverso la collaborazione sequenziale di ragni di specie diverse: solitari, semi-sociali e sociali. Le ragnatele sono intese anche come specchio sublunare per la loro somiglianza con la materia oscura, la rete cosmica che sostiene galassie e mondi, visibile solo attraverso la lente gravitazionale, che vibra nel tempo astrale, generando la musica del mondo di cui ci parlavano già i Pitagorici e che oggi chiamiamo rumore.
Con l’opera dell’artista Tomás Saraceno, la Fondazione Matera Basilicata 2019 completa il percorso di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e apre un focus sull’ambiente proprio attraverso l’arte contemporanea. La preziosa collaborazione con il Museo nazionale di Matera ha consentito di accogliere un’opera site specific che rimane alla città in maniera permanente, così da poter sviluppare intorno ad essa una programmazione di lunga durata, legata alle principali emergenze della contemporaneità.
Breve bio di Tomás Saraceno
Nato San Miguel de Tucumán, in Argentina, nel 1973, Tomás Saraceno inizia il suo percorso accademico inizia nel 1992 presso l’Università di Buenos Aires, dove intraprende gli studi di architettura. Nel corso dei primi anni del nuovo millennio, completa la sua formazione post-universitaria oltreoceano, precisamente alla Staedelschule di Francoforte. Durante questo periodo, ha l’opportunità di entrare in contatto con Daniel Birnbaum, curatore della 53esima Biennale di Venezia. È proprio in questo contesto che Saraceno inizia a esporre, ottenendo un immediato e notevole successo.
Un elemento chiave che costituisce una costante fonte di ispirazione artistica per Tomás Saraceno è rappresentato dai ragni e dalle loro intricate ragnatele. Nel corso degli anni, l’artista argentino ha instaurato diverse collaborazioni e ha sviluppato progetti che integrano scienza, arte e architettura, tra cui proprio l’opera Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories.