Anche quando l’alba non c’era

Quando

Dal 5 maggio al 22 settembre 2019

Dove

MUSMA Museo della Scultura Contempornea Matera
Palazzo Pomarici
Via San Giacomo (Sasso Caveoso)

Orari

Dal martedì alla domenica: dalle 10.00 alle 20.00

La street art arriva nel Museo della Scultura di Matera con Luis Gomez de Teran, noto in tutto il mondo per i suoi interventi murali di straordinaria intensità. Tra scultura, pittura e graffito, questo famoso street artist racconta Matera e le periferie del mondo, luoghi in bilico tra luci della ribalta e inevitabili coni d’ombra.

Da Corato a Berlino, da Tonara a Phetchaburi, numerosissimi infatti sono i murales realizzati da Gomez su palazzi di periferia, fabbriche dismesse, edifici abbandonati, ex ospedali psichiatrici, tutte opere dal potente significato simbolico, dense di chiaroscuri, drappeggi, veli che mostrano e nascondono, installazioni che hanno quasi sempre come protagonisti personaggi marginali o dimenticati, ai quali la sua arte infonde nobiltà e nuova vita.

Una mattina vidi un’alba stupenda, non sono mai stato un amante delle albe, ma ci sono posti in cui l’alba è bella, Matera è uno di questi, probabilmente da millenni.

Luis Gomez de Teran

Matera raccontata attraverso la street art di Gomez

In un anno importante per Matera, quello da capitale europea della cultura, l’impresa culturale Synchronos inaugura la stagione espositiva 2019 partendo proprio dalla città dei Sassi, affidandone il racconto alla street art, un linguaggio artistico del tutto inedito per un museo interamente dedicato alla scultura.

Nel 2017 il MUSMA ha invitato Luis Gomez de Teran aka Gomez a pensare a come l’arte di strada potesse raccontare la città di Matera. Ne è nata l’idea di una residenza negli spazi del Museo; si è pensato, in particolare, di trasformare la Saletta della Grafica nell’atelier dell’artista.

Il risultato dei due mesi di residenza sono sei incredibili installazioni in plexiglass e cemento che si pongono in opposizione e armonia con la calcarenite in cui gli spazi rupestri sono scavati.
Le figure dipinte, racconta l’artista, “possiedono la delicatezza degli inizi, lontane dalla prepotente idea di bellezza imposta dalla società attuale, dall’ostentazione del sé. I contorni indefiniti, le parti mancanti, le fratture parlano delle paure, delle ferite a cui siamo da sempre esposti e soprattutto adesso, costretti a nascondere, a vergognarcene”.

Anche quando l’alba non c’era accompagna il visitatore a guardare al di là delle apparenze: tra le cisterne, i palmenti gli archi e le vasche degli ipogei del MUSMA, i chiaroscuri, le luci e le ombre delle opere di Gomez conducono alla scoperta di un mondo antico e, nello stesso tempo, ancora così incredibilmente vicino. Attraverso un’appassionata lavorazione della materia e una raffinata rappresentazione di gesti e sguardi, l’artista invita ad accostarsi con rispetto e cura ad una realtà che, probabilmente, non è così scontata.

Immagini sacre, ritratti profani, simboli e idoli capovolti: sono sei le opere che raccontano al visitatore come le realtà più piccole e apparentemente facili da vivere e da gestire nascondano spesso un passato di sofferenza e un presente fatto di bivi, scelte e cambi di rotta improvvisi.
Sei passi rispettosi e decisi nel ventre della città, nelle grotte di Matera, oggi diventate alla moda, ma che racchiudono in sé un passato lunghissimo e un presente a volte talmente fragile da andare in pezzi.
Tra le cisterne, i palmenti, gli archi e le vasche degli ipogei del MUSMA, i chiaroscuri, le luci e le ombre delle opere di Gomez conducono alla scoperta di un mondo antico e, nello stesso tempo, ancora così incredibilmente vicino. Attraverso un’appassionata lavorazione della materia e una delicata rappresentazione di gesti e sguardi, l’artista invita ad accostarsi con rispetto e cura a una realtà che, probabilmente, non è così scontata.

Amare la città in silenzio

Scrive il poeta Maurizio Mequio nel catalogo:«Bastava il silenzio per amare la città, che sia periferia o centro delle danze, bastava il silenzio, una pausa dal turismo, dalle guide, dai B&B, per amare Matera, come Roma. Gomez ha dovuto portare l’uomo, nudo, spogliato dalla sua disumanità e finta perfezione, disomologato, alleggerito del superficiale, così da renderci capaci di ascoltarlo, questo dannato silenzio».

Biografia di Luis Gomez de Teran

Luis Gomez de Teran aka Gomez è nato a Caracas nel 1980. L’adolescenza vissuta a Roma ha fatto sì che forte sia stata, sulla sua formazione, la suggestione degli imponenti monumenti classici romani e delle sontuose chiese barocche e dei dipinti di Caravaggio e della sua scuola. Ha trascorso parte della giovinezza tra Londra e Berlino, per poi tornare a vivere e a lavorare a Roma. È la street art l’ambito artistico di riferimento di Gomez, nella sua carriera ha realizzato installazioni murali fortemente simboliche, accese di suggestivi chiaroscuri e intense pose e sguardi, in numerose città italiane e del mondo, da Roma a Berlino, da Mumbai a Parigi, da Londra a Phetchaburi.

Nei suoi murales accurato è lo studio sui corpi e sulle passioni e i sentimenti da cui questi corpi sono mossi. Nei protagonisti scelti ritorna la perenne dicotomia tra estrema bellezza e incombente orrore, tra dolore e rinascita, tra fragilità e volontà di continuare a lottare. Questi temi e questi protagonisti animano anche le più recenti opere realizzate per musei e gallerie (dal Guido Reni District di Roma alla Montoro12 Contemporary Art di Bruxelles, alla Galleria Adda & Taxie di Parigi), dove Gomez sperimenta i colori ad olio sul plexiglass e sul vetro spesso uniti al cemento e al ferro: tutti materiali che gli consentono di dare consistenza e, nel contempo, trasparenza e tridimensionalità alle immagini.

“Volevo opere che mostrassero indiscutibilmente un forte contrasto, che in fondo è sui contrasti che si basano le vite, tra corpo e spirito, tra gentilezza e cattiveria, tra ciò che ci costringiamo a essere e ciò che vorremmo essere”

Fonte: Comunicato Stampa Musma Matera

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