Articolo di Monica Palumbo, Art Director della Momart Gallery di Matera
Qual è il rapporto valoriale che si crea tra la produzione di opere pubbliche e la produzione privata di un artista?
In che misura il territorio acquista un’identità forte e di interesse in base all’intervento artistico di un determinato artista rispetto ad un altro?
Quanto la politica incide sul processo di valorizzazione degli interventi artistici sul territorio?
Queste sono domande che mi pongo puntualmente in vista di ogni progetto artistico che mi viene richiesto di realizzare sul territorio o che decido di seguire. Sono domande spesso trascurate, sia da coloro che si occupano di produzione culturale, sia da parte degli enti pubblici che operano in territori marginali come la Basilicata, senza tenere conto che, dietro un processo senza scopo di lucro, si celano azioni in grado di produrre risultati differenti, azioni che determinano i profitti turistici e/o i profitti valoriali dell’operato dell’artista.
Il potere politico dell’arte, ieri e oggi
L’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, in un webinar tenutosi nel 2018 e intitolato “Artisti, committenti, contesti“, ha illustrato come, alcune opere d’arte pubbliche abbiano avuto diverse funzioni legate ai committenti, esemplificando, in tre principali casi, le tipologie di committenti in periodi storici diversi. Nel più recente esempio, il fregio realizzato lungo i muraglioni del fiume Tevere da William Kentridge, è stato un intervento artistico tanto effimero quanto contestualizzato, attuato al fine di raccontare la nostra contemporaneità. I committenti di quest’opera, intitolata Triumphs and Laments, sono stati i soci di un’associazione senza scopo di lucro composta da cittadini americani legati alla promozione e valorizzazione del territorio culturale italiano.
Oggi quell’opera così potente, ma altrettanto effimera, non esiste più; quel muro ospita una nuova opera d’arte pubblica, sottolineando così il principio fondante dell’arte urbana: niente per strada può essere per sempre. In passato sappiamo che solitamente i committenti erano coloro che richiedevano agli artisti opere di cui godere privatamente. Oggigiorno l’opera d’arte è gestita da terzi, l’intermediario diviene la galleria d’arte; infatti, per William Kentridge la galleria d’arte di riferimento in Italia è la Lia Rumma.
Attualmente, il potere politico nell’arte non è esercitato solamente da coloro che finanziano le produzioni pubbliche, ma è detenuto anche da chi comunica, ad esempio le imprese di comunicazione che divulgano e diffondono i progetti culturali. Questo discorso è complesso in quanto coinvolge anche il valore di mercato di un’opera d’arte, dipendente dal giro di affari e di collezionisti associati al nome dell’artista. Pertanto, il processo diviene estremamente articolato.
“Oggi, nell’ambito del potere politico ci sono anche i consorzi che decidono quali imprese o gallerie possono essere inserite in contesti di tutela e valorizzazione dell’arte riconosciuti, come Italcs o l’associazione Amgamc delle gallerie riconosciute.”
La finalità di chi produce un’opera pubblica
Quando una realtà culturale si impegna nella produzione di un’opera pubblica, quest’ultima assume i connotati di un’attività di interesse generale e di utilità sociale poiché verrà fruita da tutti. Pertanto, per chi si occupa di produzione artistica pubblica, l’obiettivo finale sarà duplice: promuovere da un lato il lavoro dell’artista e dall’altro valorizzare il contesto, cioè il territorio in cui verrà collocata l’opera. Non si può, a tal proposito, parlare di una produzione artistica in un contesto pubblico senza citare il ruolo fondamentale del curatore, evidenziando, nel contempo, le molteplici finalità dei progetti artistici.
Le modalità secondo le quali viene veicolato e gestito l’intero progetto dipende dunque dal lavoro curatoriale, necessario per attuare una collaborazione comunicativa determinante per l’intero sistema dell’arte, che sancisce oggi ciò che possiamo considerare arte da ciò che non lo è.
Oltre alla tipologia di progetto artistico e alle modalità comunicative del suddetto, risulta altrettanto importante essere presenti su Google Art: una piattaforma dedicata a tutte le opere d’arte presenti nel mondo e, soprattutto, alle opere d’arte pubblica geolocalizzate. Accade molto spesso che la digitalizzazione di questi luoghi venga attuata da enti ufficiali terzi che tralasciano l’operato di chi, in primis, si è realmente occupato della produzione e realizzazione del progetto.
L’impatto della riqualificazione attraverso l’arte urbana
Inizialmente, ho intrapreso le attività di riqualificazione urbana con passione e con un forte senso di impegno sociale, spinta anche dalla consapevolezza dell’impatto creativo e identitario che le nostre azioni, insieme a quelle degli artisti, avrebbero avuto su quel luogo specifico. Questa esperienza si è rivelata profondamente significativa.
Spesso, le richieste di realizzazione di interventi artistici pubblici arrivano direttamente dagli artisti che, attratti dalla suggestiva città di Matera, luogo che richiama a sé una moltitudine di visitatori, decidono di donare al luogo un simbolo che rappresenti sia una delle città più belle e antiche del mondo, sia il loro linguaggio artistico, trasformando il tutto in un’occasione unica e stimolante.
Il medesimo processo di valorizzazione avviene anche nei musei, che comprende l’inserimento e l’esposizione delle opere all’interno di spazi museali riconosciuti.
Un ritorno economico per investire in nuovi progetti
Negli anni, nel susseguirsi dei vari progetti, è emersa la necessità di ricevere un ritorno, soprattutto a livello economico, è emerso dunque il bisogno di ottenere un “compenso” che giustificasse le energie impiegate per la valorizzazione delle opere pubbliche. Non solo desideravo creare valore per altri, ma soprattutto per la mia realtà culturale, poiché investivo tempo ed energie nella creazione e nella promozione delle opere artistiche. Questo approccio, guidato dall’esperienza e dalla crescita personale, mi ha spinto a consolidare i legami di collaborazione con gli artisti da un punto di vista creativo e specialmente in ambito privato.
È possibile delineare infatti una relazione di tipo intercambiabile tra il patrimonio artistico creato e la funzione politica, sociale e culturale di quel territorio, locale o nazionale. In questo contesto, si disciplina una società benefit che, nell’esercizio dell’attività d’impresa, oltre a una o più finalità di beneficio comune, deve avere anche lo scopo di lucro per se stessa, perché probabilmente grazie a essa solo si è potuto creare valore sia all’operato artistico che al territorio.
A tal proposito è possibile delineare i principi di ciò che potremmo definire “responsabilità culturale”: una serie di azioni di studio e valorizzazione attraverso cui l’impresa mette a disposizione la propria organizzazione per la fruizione pubblica, azioni che comprendono altresì le opere d’arte che gli artisti progettano site-specific per il territorio. Analizzando il rapporto tra arte e territorio/paesaggio, si evidenzia come le comunità creative abbiano contribuito a rigenerare il turismo culturale, cercando di comprenderne i meccanismi e cercando di rispondere ad alcune delle domande che ho posto all’inizio.
Dialogo fra arte, politica e società
In conclusione, il rapporto valoriale tra la produzione di opere pubbliche e private di un artista è complesso e interconnesso. L’arte pubblica contribuisce a definire l’identità e l’interesse del territorio, influenzandone il valore complessivo della produzione artistica. Il coinvolgimento politico può avere un impatto significativo sul processo di valorizzazione degli interventi artistici sul territorio, mentre la commistione tra arte e finanza spinge a una riflessione critica sulla natura stessa della produzione culturale.
Alla luce di queste considerazioni diventa essenziale, per chi si occupa di progettare interventi artistici sul territorio, comprendere appieno le dinamiche in gioco e assumersi la responsabilità di promuovere un dialogo costruttivo tra arte, politica e società.