Una vita per l’arte di ieri, d’oggi e di domani

Arte per la vita, vita per l'Arte

di Carlo Magni

Si può dedicare una vita intera all’arte?

Aspettate un momento, prima di rispondere: ho una storia da raccontarvi.

Primi giorni di un giugno meno accomodante del solito.
È sabato mattina.
Il mio telefono inizia a squillare.
Ho aperto gli occhi da pochi minuti e quel numero che non conosco invade lo schermo del telefono: «Pronto, Carlo Magni? Sono Nunzio Perrucci!».
Benché ancora assopita, la mia mente collega la chiamata appena ricevuta alla mail inviata un mese prima per avere informazioni sul Museo d’Arte d’Oggi, un luogo che ha sempre destato la mia curiosità nel quale mai, colpevolmente, mi sono fermato per una visita.

Quando ho avviato museimatera.it e quando l’interesse per quel luogo ha iniziato – per ovvi motivi – ad aumentare, ho trovato sempre la porta del museo chiusa. La chiamata del signor Perrucci, quindi, capita a pennello. Inoltre, quello squillare incessante di sabato mattina ha il merito di destare le ormai flebili speranze di dedicare un articolo o pubblicare anche solo la scheda di quel museo.

L'artista materano Nunzio Perrucci
L’artista materano Nunzio Perrucci

Un angolo di meraviglia fra via Piave e via Pentasuglia

Fatto pace con la sonnolenza che pervade corpo e mente, mi precipito presso il Museo d’Arte d’Oggi, dove ad attendermi c’è Nunzio Perrucci.

Il museo si trova a ridosso dei Sassi, alla fine di una serie di edifici che dividono via Piave da via Pentasuglia. Una volta alla porta di ingresso, mi trovo di fronte questa composizione lignea e vitrea che dà il benvenuto ai visitatori; dietro di essa, quasi impercettibile, si delinea a metà la figura di Perrucci.
Entro.
Non mi aspetto di trovare un uomo di quasi 90 anni, così vitale e pieno di aneddoti e curiosità su ogni opera da lui realizzata. Perché il suo museo – me ne renderò conto a fine visita – è un racconto artistico della vita di un uomo che, da amante passionale, ha dedicato – e continua a farlo – tempo e sentimento a muse che portano nomi dall’atavica sensualità: Scultura, Pittura, Grafica e Scrittura.

Ingresso Museo d'Arte d'Oggi
Ingresso del Museo d’Arte d’Oggi

Tante opere, diverse emozioni

Nunzio Perrucci mi presenta tutte le opere che mi è possibile conoscere e decifrare nella misera oretta dedicata alla visita del museo: tenete presente che le opere esposte presso il Museo d’Arte d’Oggi sono 1500 (scultura più, quadro meno).

Ammetto di non essere molto propenso all’ascolto, durante la visita a un museo: mi reputo un fruitore solitario di arte, che ama percepire le sibilanti emozioni delle opere esposte. L’arte e le storie di Perrucci, però, prendono per mano la mia attenzione catapultandola in un mondo fatto di attese, sguardi indiscreti di opere inquiete, dame accomodanti e prospettive variopinte.

Stanno lì, quei volti, a osservarti senza preoccuparsi del disagio che potresti provare: in fondo, cosa c’è da temere? È solo l’arte che sta suggerendo di guardarti dentro.

Sculture, pitture e grafiche cambiano colori, espressioni e composizioni a seconda della materia e del periodo in cui sono state realizzate, nel Museo d’Arte d’Oggi. Così come titoli, sottotitoli e copertine dei libri di Perrucci, esposti all’ingresso del museo stesso: essi, come le opere che abitano il luogo, altro non chiedono che essere ascoltati e magari ricordati, senza esigere l’impegno di una vita.

Quello, penso, è compito degli artisti come Nunzio Perrucci.

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