La Camera delle Meraviglie, mostra collettiva nella Chiesa del Purgatorio

La Camera delle Meraviglie, mostra collettiva nella Chiesa del Purgatorio

Dal 6 agosto al 28 ottobre 2024, la Chiesa del Purgatorio di Matera, in via Ridola, ospita il progetto espositivo collettivo “La Camera delle Meraviglie”, a cura di Anna Vittoria Magagna, in collaborazione con la Galleria Alessandro Albanese e l’associazione Oltre l’Arte. La mostra propone una ricercata selezione di 24 artisti e dà vita a una wunderkammer in chiave contemporanea, ispirandosi alla prassi dei collezionisti che tra il XVI e il XVIII secolo raccoglievano e conservavano oggetti stravaganti ed eccezionali, in eclettici cabinet delle curiosità.

Meraviglie medievali con linguaggi moderni

L’allestimento è un omaggio alle prime camere delle meraviglie dei collezionisti, in cui scienza, filosofia, teologia e immaginazione popolare venivano giustapposte, un approccio comune alle collezioni private che hanno prestato le opere in mostra.

Oltre a una costellazione transdisciplinare, la Camera delle Meraviglie propone una riflessione sul rapporto tra naturalia e artificialia. I primi, ovvero gli emblemi della natura, sono ospiti delle chiese sin dal Medioevo, al fianco di reliquie ed ex voto, e figurano come raccolte zoomorfe dall’estrema aura aulica ed evocativa. Invece, l’indice degli artificialia raccoglie le creazioni dell’uomo faber che dialoga tra natura e artificio, in un rapporto tra divinazione e immanente riverenza. Nel segno di tale tensione trasformativa, gli artisti in mostra lavorano con linguaggi che si incastonano nell’architettura e negli spazi della Chiesa del Purgatorio con diversi diagrammi, pitture, sculture, video e installazioni sonore.

Le opere de La Camera delle Meraviglie si collocano al confine tra rappresentazione fenomenologica e la pura espressione di fantasia, allo scopo di tornare al piacere infantile della scoperta. Il connubio tra uomo e natura emerge in particolari forme di mutazione visibili, in cui lo stupore, oltre a essere matrice, diventa spazio di condivisione tra l’arte e lo spettatore.



La Chiesa del Purgatorio

Costruita nel ‘700, l Chiesa del Purgatorio di Matera ha una particolare forma architettonica convessa e la sua facciata presenta ornamenti con allegorie dell’aldilà di figure angeliche e teschi ammonitori. I suoi interni barocchi abbracciano un allestimento site specific, con opere di artisti contemporanei dalle molteplici voci, poetiche, generazioni e nazionalità.

Biografie degli artisti in mostra

Apparatus 22 è un collettivo artistico transdisciplinare fondato nel gennaio 2011 dagli attuali membri Erika Olea, Maria Farcas, Dragos Olea e Ioana Nemes (1979 – 2011) a Bucarest, Romania. A partire dal 2015 lavorano tra Bruxelles e Bucarest. Si considerano un collettivo di sognatori, ricercatori, attivisti poetici interessati a esplorare le intricate relazioni tra economia, politica, studi di genere, movimenti sociali, religione e moda per comprendere la società contemporanea. Tra le mostre principali si ricordano La Triennale di Milano, 2024, Kunsthalle Wien, 2023, BOZAR, Bruxelles 2017 e La Biennale di Venezia 2013. 

Bertille Bak (Arras, 1983) vive e lavora a Parigi. Dedicata all’osservazione delle società e all’analisi accurata delle comunità e dei loro rituali, i gesti e gli oggetti, che poi utilizza nei suoi progetti. In collaborazione con le persone che incontra, costruisce narrazioni tra finzione e documentari dove la poesia e le utopie usurpano la semplice valutazione delle storie delle sue opere. Che si tratti della sua comunità nelle aree minerarie del Nord della Francia o di gruppi a lei sconosciuti, la narrazione avviene dall’interno. Tra le mostre si ricordano la personale Bertille Bak. Abus de souffle, Jeu de Paume, (Parigi, 2024), Mineur Mineur, Fondation Merz, (Torino, 2023) e Urban Chronicle, Palais de Tokyo, (Paris, 2011). 

Genea Lardini (Filottrano, 1991) vive e lavora tra Milano e Ancona. Ha studiato Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Brera. La ricerca di Genea si concentra sul rapporto tra animale e figura femminile. Le sue figure si scompongono e ricompongono in archetipi fantastici, che offrono una riflessione sui temi di bestialità, maternità, metamorfosi e trasformazione. Tra le mostre collettive figurano: Summer Storm, Galleria Giovanni Bonelli, Milano 2023; Mirabilis, Palazzo Meravigli, Milano 2023; Ti Conosco Mascherina, Galleria Lorenzelli Arte, Milano 2020; Contemporaneamenti, Fondazione L’Arsenale Di Iseo, Brescia 2019. 

Almudena Lobera (Madrid, 1984) Master in Belle Arti, ha approfondito gli studi alla UdK a Berlino ed è stata recentemente ammessa all’HISK Gante, in Belgio. Ha partecipato a numerose mostre collettive internazionali e ha fatto mostre personali in Europa e America Latina. Tra le sue mostre personali recenti si ricordano Un reclamo particular a la verdad, Galleria Arroniz a Città del Messico (2015) e Instrumentos Visionarios, Espacio de Creación Contemporánea ECCO a Cadice, Spagna (2015). Ha ricevuto premi come il Generación 2012 Caja Madrid o l’INJUVE 2011. Considerando lo spazio e lo spettatore come elementi attivatori e alterando le logiche prestabilite della percezione, rappresentazione e lettura. 

Carlo Cossignani (Porto San Giorgio, Italia, 1981). La sua pratica è caratterizzata da una continua ricerca che muove liberamente tra pittura, scultura e progetti site specific. Questa attitudine interdisciplinare lo porta sin dall’inizio ad estendere il confronto anche con il cinema di sperimentazione e la scena underground della musica elettronica stringendo collaborazioni con registi e musicisti di calibro internazionale. Negli anni più recenti l’attenzione del suo lavoro torna verso il rapporto con lo spazio con cicli di opere e progetti istallativi esposti anche alla Triennale di Milano e La Galleria Nazionale di Roma. 

Piero Gilardi (Torino, 1942 – 2023) è stato un artista innovativo, noto per i suoi Tappeti-natura in poliuretano espanso, esposti in città come Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. Dopo aver interrotto la produzione artistica nel 1968 per esplorare tendenze come l’Arte Povera, la Land Art e l’Antiform Art, ha collaborato con importanti istituzioni come lo Stedelijk Museum di Amsterdam e la Kunsthalle di Berna. Dal 1969, ha intrapreso un percorso transculturale, combinando arte e vita in progetti di creatività collettiva in varie parti del mondo. Nel 1981, è tornato alla scena artistica con installazioni interattive e, dal 1985, ha esplorato le nuove tecnologie con il Progetto IXIANA, presentato a Parigi. Negli anni ’90, ha sviluppato installazioni multimediali e ha co-fondato l’associazione internazionale Ars Technica, promuovendo mostre internazionali a Torino. Ha pubblicato libri teorici e scritto per riviste d’arte. Nel 2008, ha promosso il progetto del PAV – Parco Arte Vivente a Torino, integrando le sue esperienze sulla dialettica Natura/Cultura. 

Marco Giordano (Torino, 1988) vive a Glasgow. Ha studiato Pittura a Venezia e si è trasferito a Glasgow nel 2012. Espone regolarmente in istituzioni come Pinacoteca Agnelli e The Modern Institute. Giordano riflette sul linguaggio come “attrezzo sociale”, integrandolo in scultura, installazione e performance. Negli ultimi anni, ha esplorato la disfluenza e il linguaggio antinormativo. La sua ricerca combina materiali diversi come rocce laviche e resina, e include “one-word poems” in alluminio e termoplastica. 

Joseph Grahame (Londra, 1995) vive e lavora a Firenze, Italia, e Londra, Regno Unito. È un artista multidisciplinare. Da quando si è laureato in Belle Arti presso l’Università di Leeds nel 2017, il suo lavoro è stato celebrato ed esposto a livello internazionale, apparendo in una varietà di pubblicazioni (Architectural Digest, Ceremony Press, Rough Trade) ed è stato acquisito in collezioni d’arte private e pubbliche. Attualmente insegna a Firenze, Italia. La sua pratica si concentra su lavori di grande formato disposti come quinte teatrali nello spazio, costruite su diversi piani di stratificazione del lavoro.

May Hands, (Brighton, 1990) si è laureata con un MFA in Fine Art alla Goldsmiths nel 2020 e con un BA in Fine Art Painting al Camberwell College of Art (UAL) nel 2013. Tra le mostre personali selezionate ricordiamo: Best before end, White Crypt, Londra (2019), May Hands: Artist-in-Residence, Bosse & Baum, Londra (2018), I’ve Loved You For a Long Time, Supplement, Londra (2018), Freschissimi, T293, Roma (2015) e Bleach, Roman Road, Londra (2015). Tra le mostre collettive selezionate ricordiamo: Eastbourne Open, Volt, Eastbourne (2022), Ecdysis, Staffordshire Studios, Londra (2021), Locus Amœnus, Function Suite, Londra (2021), Always Winter, Brooke Benington, Londra (2020), Chrysalis, Wimbledon Space, Londra (2020).

Martin Hotter (Crailsheim, Germania 1978). Dopo una formazione come falegname e media designer, Hotter ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Norimberga. La prassi di Hotter è quella dell’efficienza, sia essa di natura eterea: costruire un muro, riempire una scatola di cartone, creare scaffali o sculture tessili. Questi sforzi danzano insieme alla ricerca di un’essenza effimera. Tra le mostre principali si ricordano: Kunstforum Vienna nel 2020, Vin Vin a Vienna nel 2022 e presso la fiera Liste a Basilea questo anno.




Juan Pablo Macías (Tbilisi, 1981) Il suo lavoro è una ricerca sull’anarchismo come critica della rappresentazione, che si articola in diversi processi prendendo forme differenti. Progetti editoriali, poesia, video, installazioni, performance, servono come ambiti per evidenziare diverse situazioni prodotte dall’incontro tra potere-sapere e insurrezione-sapere, o tra il sistema della rappresentazione e l’emotività. Macías è redattore capo di TIEMPO MUERTO journal (2012-ongoing) e WORD+MOIST PRESS (2014-ongoing), due progetti editoriali su anarchismo e pensiero libertario. Macías ha anche ideato (concepito?) BAS – Banca Autonoma di Sementi Liberi da Usura (2014) in Abruzzo, una banca dei semi libera da usura che unisce parole libertarie e sementi intesi come i due principali fondamenti della vita umana, sebbene siano entrambi soggetti a un dominio esclusivo e a pratiche monopolistiche. Il suo lavoro è stato esposto al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Casino Luxembourg, Maison Rouge Paris, Confort Moderne Poitiers, Concordia’s 4th Space in Montreal, Villa Romana Florence, tranzitdisplay in Prague, National Center for Contemporary Art in Moscow. In Mexico City at Museo Universitario de Arte Contemporáneo (MUAC), Museo de Arte Moderno (MAM), MUCA, Museo Carrillo Gil, Museo Ex Teresa Arte Actual, Sala de Arte Publico Siqueiros (SAPS), Museo Amparo in Puebla. Ha preso parte alle Biennali di Istanbul, Jakarta e alla Second Yinchuan Biennials e a residenze presso Fondazione Ratti a Como, Database a Carrara, Guilmi Art Project in Abruzzo, La Stanza della Seta in Sicilia, Thread from the Josef and Anni Albers Foundation in Senegal, e più recentemente, alla Arthur Cravan Foundation di Milano. I sui lavori sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private, come ad esempio Collection Centre Pompidou, Paris (FR), Colección Museo Amparo, Puebla (MX), Colección Adrastus, Arévalo (ES), Collezione Taurisano, Napoli (IT), Collezione La Gaia, Busca (IT), Collezione Nomas Foundation, Rome (IT) tra le altre.

Athena Papadopoulos (Canada, 1988). Lavora e vive a Londra. Papadopoulos ha frequentato la University of British Columbia per i suoi studi universitari in Arti visive e Teoria dell’arte contemporanea e si è laureata nel 2013 presso il programma MFA Fine art della Goldsmiths, University of London. Le sculture di Papadopoulos suggeriscono narrazioni tumultuose in cui i fatti e la finzione sono incerti, e dove i protagonisti rimangono misteriosi. Tra le mostre collettive selezionate figurano Bloomberg New Contemporaries al Liverpool World Museum e all’ICA (Regno Unito), Sunset Terrace, (CA), Vitrine Gallery (Regno Unito). Tra le mostre personali: Zabludowics Collection Invites: Athena Papadopoulos (Regno Unito) e T.B.A Annarumma Gallery (Italia). 

Antonio Paradiso (Santeramo in Colle, 1936) vive e lavora a Milano. Ha studiato scultura all’Accademia di Belle arti di Brera a Milano con Marino Marini. Ha esposto in numerose sedi in Italia e all’estero, tra i quali i Musei d’Arte Moderna di Dortmund, Helsinki, Colonia, Stoccolma, Los Angeles e Belgrado, Tolose e altri. Nel 1978 ha partecipato alla Biennale d’arte di Venezia. Principalmente scultore, ma anche performer, pittore e video maker, la sua ricerca si è rivolta principalmente all’uomo, al suo passato, anche quello più remoto. Ha studiato riti e religioni del passato, viaggiando nel deserto del Sahara e nell’Africa tropicale, unendo un approccio scientifico alla sua arte antropologica. Il suo lavoro spesso si avvicina anche a tematiche legate alla natura, come i numerosi studi e opere sugli uccelli e sul volo. Nel 2000 ha creato il Parco Scultura La Palomba a Matera, un sito archeologico e ex cava di tufo all’interno del Parco Regionale della Murgia, un luogo dove arte e natura s’incontrano, con installazioni e opere di Paradiso e di altri artisti tra cui Nagasawa, Spagnulo e Staccioli. Si ricordano altre principali mostre come Fondazione Mudica (Milano, 2000), Mediterranea 2 (Dubrovnik, 2002), XIV Quadriennale (Roma, 2005), Palazzo Reale (Milano, 2011) e Musée Frac- Occitaine (Tolosa, 2020). Hanno scritto di lui: Dino Buzzati, Luciano Caramel, Arturo Schwarz, Enrico Crispolti, Flavio Caroli, Emilio Isgrò, Pierre Restany, Luciano Inga-Pin, Achille Bonito Oliva, Anna d’Elia, Germano Celant, Renato Barilli, Pier Luigi Tazzi. 

Greta Pllana (Albania, 1992) approccia diverse forme d’arte come la pittura ed il disegno, utilizzandoli come esplorazione e ricerca di memorie perdute, origini e memoria collettiva. La natura, spesso anch’essa metaforica, è un elemento che evidenzia la relazione tra il territorio e l’individuo, ma non solo, le stesse strutture sociali vengono esplorate, demolite e ricostruite grazie all’utilizzo di immagini simboliche prese dalla natura stessa. Tra le mostre si ricordano: Cut me to pieces, mostra personale, Harabel Contemporary Art, Naan Gallery, Tirana (AL), Looking at the same water, mostra collettiva organizzata dal Metropolitan Municipality in collaborazione con K2 Art Center, Izmir, (TR), Pleasures, mostra collettiva presso Bazament, Tirana, (AL). 

Reverie (Vinci, 1994) è un’artista visiva affermata nella pratica della performance. Vive tra Vinci e Milano, si dedica al tema della ritualità quotidiana dopo aver trattato quello del Sogno, con un’importante pubblicazione per Skira Editore. L’indagine attuale è stata messa in mostra da Cassina Projects a Milano con una personale di trentadue opere inedite insieme alla performance Primo rito quotidiano: le parti del corpo della Chimera ovvero l’analisi di chi sono le donne e gli uomini di oggi, articolando una fine critica sociale. Tra i recenti progetti segnaliamo la bipersonale presso C+N Gallery CANEPANERI di Genova Timless Alchemy: Claudio Costa e Reverie e Sogno 5: Icaro presso Casa Morra di Napoli. 

Domenico Ruccia (Bari, 1986) vive e lavora a Milano. Completati gli studi giuridici si dedica completamente alla ricerca artistica, frequentando l’Accademia di Belle Arti di Brera. Utilizza la pittura come strumento per esplorare il concetto di tempo, reinventando vicende inedite all’interno di contesti storici realmente accaduti. Attraverso un intreccio tra realtà e falsa storia Ruccia gioca con la nozione di autenticità, invitando l’osservatore ad abbracciare l’umorismo e sottolineando l’importanza della citazione come matrice di nuove riflessioni.  L’utilizzo di una realtà preesistente si rivela fondamentale anche nei collage e nei lavori video, dove la storia viene frammentata e riassemblata delineando una nuova visione. Tra le mostre si ricordano: Quel pazzo di Paolo Uccello, a cura di Lorenzo Madaro, presso la galleria Renata Fabbri (Milano, 2024), Summer storm, Galleria Giovanni Bonelli, (Milano, 2023), Non rimane che volare, Osservatorio Futura, (Torino, 2023).

Elisa Schiavina (Pavia, 1992) è un’artista visiva sperimentale che vive e lavora a Milano. Dopo una formazione classica ad Alessandria e una laurea in Psicologia all’Università degli Studi di Pavia, si trasferisce a Milano per studiare pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera sotto la guida di Marco Cingolani. Il suo lavoro esplora la realtà fisica ed emotiva attraverso pittura, scultura e installazione, concentrandosi sulle connessioni tra infanzia e età adulta. Tra le sue mostre più importanti: la personale Per Ecuba presso Spazio E_EMME (Cagliari, 2023) e la partecipazione alla collettiva Summer Storm presso la Galleria Giovanni Bonelli (Milano, 2023). È stata inclusa nel volume 222 artisti emergenti su cui investire / 2024 di Exibart.

Daniel Spoerri, (Romania, 1930) vive e lavora tra Vienna e Grosseto. Noto per l’invenzione dei “multipli” d’arte, la co-fondazione del gruppo Nouveaux Réalistes, la creazione della Eat Art e la partecipazione al movimento Fluxus. Spoerri ha catturato la casualità delle situazioni quotidiane nei suoi Tableau-piège, e ha esplorato la poetica dell’indeterminatezza attraverso varie forme d’arte che sfidano le convenzioni tradizionali. Ha trasformato spazi espositivi in ristoranti e ha gestito un ristorante e una galleria a Düsseldorf. Interessato al lato magico degli oggetti, ha creato assemblaggi di oggetti trovati, spesso fusi in bronzo, e ha fondato una fondazione a Seggiano (Grosseto) per integrare le sue opere nel paesaggio naturale. Nel corso della sua carriera, Spoerri ha esplorato il mistero dell’esistenza umana e il nostro rapporto con gli oggetti, l’anatomia, la chirurgia e la genetica. Opere come il Cabinet anatomique (1985-2001) e il Carnaval des Animaux (1995) riflettono la sua visione del destino umano come fragili esseri vulnerabili.

Luca Staccioli (Imperia,1988) è artista visivo e ricercatore, attualmente vive e lavora a Milano. Ha studiato filosofia e successivamente ha intrapreso il percorso artistico studiando pittura e poi arti visive e studi curatoriali alla NABA di Milano. La sua pratica artistica coinvolge media differenti, tra cui il disegno, il collage, la fotografia, l’audio, il video, la scultura. Staccioli impiega tecniche, materiali e processualità molteplici al fine di riflettere sul cambiamento del valore di narrazioni e oggetti, e sulla relazione tra i corpi umani, gli artefatti e gli ecosistemi naturali. Tra le mostre si ricordano: nel 2024 il solo booth a Miart con ArtNoble Gallery; nel 2022, la partecipazione ad Artissima con Exibart. Tra il 2018 e il 2019, Donner à voir presso la Fondazione Pini di Milano e The other other, familiar other a Palazzo Marigliano di Napoli.

Giuseppe Stampone (Cluses, 1974) è un artista che vive e lavora tra Teramo, Bruxelles e Roma. La sua produzione include installazioni multimediali, video e disegni realizzati con penna Bic. È ideatore del Solstizio Project, realizzato con l’Unione Europea in vari Paesi, e collabora con Maria Crispal nei progetti Global Education. Nel 2021, Bic ha creato il colore “Blu Stampone” in suo onore. Stampone è docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna e collabora con diverse università internazionali. Ha esposto le sue opere in numerose mostre internazionali, tra cui la 59ma Biennale di Venezia (Padiglione Cuba, 2022), la Biennale di Disegno di Londra (2021), la 17ma Biennale di Architettura di Venezia (Padiglione della Corea del Sud, 2021), e Villa Romana a Firenze (2021). Le sue opere fanno parte di collezioni prestigiose come il MFAH di Houston, il MAXXI di Roma, e la GAMeC di Bergamo.

Mattia Sugamiele (Erice, 1984) vive e lavora a Milano. La sua ricerca si concentra sull’installazione e l’utilizzo di diversi medium, pittura, scultura, nuove tecnologie e video. Il punto di partenza è la teoria del filosofo Floridi che si concentra sulla condizione umana attuale, divisa tra mondo digitale e reale che, in una metafora poetica, viene visualizzata come l’habitat delle Mangrovie che vivono in equilibrio tra acque dolci e salate.  Nel digitale le forme e gli oggetti tendono a smaterializzarsi, a fondersi per diventare impalpabili, le opere di Sugamiele vivono il paradosso di una restituzione fisica, morbida, e ibrida, non puramente virtuale. L’eterogeneità delle sue installazioni e opere diventa spazio di interrogazione sul rapporto tra umanità-tecnologia, dialogo di creazione, avversità, in continua trasformazione. Dopo il premio e la mostra all’Hangar Art Center (Bruxelles, 2021), ha esposto ad Art on video a cura di Chiara Guidi (Salerno, 2021), Die Digitale (Dusseldorf, 2021), nella mostra personale alla galleria Alessandro Albanese (Milano 2021), nelle mostre collettive presso Galleria Verrengia (Salerno, 2022) e Camera Tripla presso Labs Contemporary (Bologna, 2022). Lo scorso anno è stato invitato dalla Commissione Europea a Bruxelles a presentare un’opera ispirata dal pensiero del filosofo Floridi.

Leilei Wu (Ningbo, Cina, 1997) è un’artista con base a Milano, Italia. Leilei Wu ha conseguito il Biennio in scultura presso l’Accademia di Brera e la laurea BFA presso l’Istituto di Ceramica di Jingdezhen. La sua pratica si estende attraverso vari media, tra cui oggetti stampati in 3D, installazioni, sperimentazione sull’immagine, web art e ricerca sull’intelligenza artificiale. Leilei Wu trae ispirazione sia dalle forme organiche che dai materiali sintetici, con l’obiettivo di sviluppare un linguaggio scultoreo ibrido e distintivo. Il suo lavoro mira a disturbare i piani fisici, sociali, computazionali e metafisici della realtà attraverso un approccio ludico e speculativo, tipico della fantascienza. Il suo lavoro pone domande sulle nuove tecnologie di produzione, riproduzione e distribuzione, con un’attenzione particolare all’esplorazione del rapporto tra arte e tecnologia, ecologia, mitologia e pensiero poetico. Le opere di Leilei Wu sono state esposte a livello nazionale e internazionale. Nel 2023 ha partecipato in Italia a mostre come “XIX Giornata del Contemporaneo di AMACI con Zonablu, Like A Little Disaster supportata dalla Fondazione Pino Pascali, e mostre internazionali come la mostra parallela alla Biennale di Chengdu in Cina, il Museo DenBosch nei Paesi Bassi e Breggiarte2023 con Associazione Percorsi Culturali in Svizzera. È stata anche selezionata per gli Harper’s Bazaar Art & Design Awards 2023. Nel 2022, Leilei Wu è stata scelta per la mostra Curated by Alcova e ha tenuto una personale in Milano.

Andreas Zampella (Salerno, 1989) è un artista con una formazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Tutti gli elementi dell’opera di Andreas si compongono come in una pièce teatrale: il quadro è la scenografia delle azioni e delle non-azioni, metafora di chi li osserva; gli utensili e le sculture gli oggetti di scena, il cui significato cambia, si scopre nello spazio, tutte le cose vivono una condizione di azione continua, come ascessi dell’arte performativa. Con queste linee guida, il suo lavoro indaga il rapporto tra realtà e rappresentazione nella società, ammettendo il fallimento della comunicazione nella contemporaneità. Come soglie o usci semiaperti, le sue opere oscillano in condizioni al limite tra stanchezza e ansia, lamento e accusa, obbligo e noia, individuo e collettività, e lo fanno in modo indolente, ipocrita, nel pieno paradosso della realtà. Recenti mostre personali: Passaggio al buio, alla Quadriennale di Roma a Palazzo Braschi (2023); Dove Nascono gli uccelli presso Nashira Gallery a Milano (2023) ed Eravamo cuori in Atlantide presso Z2o project (Roma 2024).

Michele Zaza (Molfetta, 1948). Frequenta il corso di scultura di Marino Marini presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue il diploma nel 1971. Si dedica fin da subito a una ricerca espressiva condotta attraverso il mezzo fotografico e già a partire dai primi anni ’70 fa parte della scena artistica internazionale. Nel 1972 tiene la sua prima mostra alla Galleria Diagramma di Milano a cui seguono varie altre esposizioni personali, tra cui Galleria Massimo Minini (1974). Nel 1977 è a New York, dove espone con Giulio Paolini al Fine Arts Building e nel 1980 tiene una personale alla Leo Castelli Gallery. Nello stesso anno è presente alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1981 è invece a Parigi con una personale al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Nel 1977 e nel 1982 partecipa a Documenta di Kassel. Nel 2011 è a Prato al Museo Pecci, nel 2013 e 2014 lavora a due personali alla Galleria Giorgio Persano di Torino e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Le sue opere sono conservate presso varie collezioni pubbliche, tra cui: Emanuel Hoffmann Foundation, Öffentliche Kunstsammlung (Basilea); Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart, Collezione Egidio Marzona (Berlino); Cabinet des Estampes du Musée d’Art et d’Histoire (Ginevra); Musée de Grenoble (Grenoble); Museo Cantonale d’Arte (Lugano); Walker Art Center (Minneapolis); Centre Georges Pompidou –Musée National d’Art Moderne (Parigi); Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (Parigi); Fonds National d’Art Contemporain (Parigi); Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma); Musée d’Art Moderne (Saint-Etienne), Collezione Rolf H. Krauss (Stoccarda); Tehran Museum of Contemporary Art (Teheran); Musée d’Art (Toulon); Kunsthaus Zürich (Zurigo).

 

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