Ultradizione: prima mostra del TAM, il museo-che-ora-esiste

Ultradizione: prima mostra del TAM, il museo-che-ora-esiste

Sabato 8 aprile, dalle 18 alle 21, il TAM di Matera inaugura Ultradizione, una mostra di Canemorto Fan Club, MOMO, Studio Antani, Ultravioletto + Dottor Pira. L’evento si svilupperà sulle due sedi del TAM, in via Ridola n. 13 e in via Gradelle Pennino n. 9, che per l’occasione saranno entrambe operative. La mostra resterà aperta fino al 15 ottobre 2023 e sarà visitabile nei giorni di apertura del TAM (li trovate nella scheda dedicata a questo museo).

Ultradizione nasce grazie al sostegno e al patrocinio di Fondazione Italia Patria della Bellezza, Fondazione Matera-Basilicata 2019, Open Design School e nel ricordo di Tonio Acito.

Gli artisti coinvolti

Con Canemorto (trio artistico di cui il TAM sta ospitando la mostra installata “Il restauro dell’ipogeo Txakurreo“) MOMO, Studio Antani, Ultravioletto + Dottor Pira, il TAM Tower Art Museum inaugura quindi la prima mostra del museo-che-ora-esiste. Se è impossibile leggere i classici greci e latini senza un dizionario delle allusioni classiche, anche per la tradizione materana occorre un dizionario, necessario a decodificare ciò che è vero, ciò che è verosimile e quanto è falso (semi-cit).




Presentazione di Ultradizione

Le città si evolvono. Crescono, si sviluppano, spesso aumentano di dimensioni, talvolta si spopolano ma non sono mai ferme. Le città sempre uguali a se stesse esistono solo nei cataloghi dei sogni dell’industria del turismo di massa. Luoghi immutabili nel tempo per i quali si possono raccontare storie affascinanti, declinate a seconda del gusto di chi può acquistarne parte.

La città diventa un palcoscenico per eventi costruiti sulla base delle aspettative di un pubblico, un prodotto come tanti altri da vendere con determinati standard attesi dai consumatori. Il passato e una presunta “tradizione” prendono la forma dell’unico riferimento contemporaneo, al solo fine di vendere esperienze più “autentiche”, dimenticando completamente il ruolo dei soggetti agenti nel presente: gli slogan perdono di significato e i simboli vengono accettati acriticamente perché parte di una retorica che ha spesso il placet istituzionale o della consuetudine diffusa.

Cos’è vero nel passato? Cos’è autentico oggi? Quali sono i simboli del passato che ancora oggi ha senso innovare? Cosa possiamo fare per evitare la musealizzazione di una città?”

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