La vulnerabilità dell’uomo, la complessità dei nostri tempi, l’indifferenza verso ideali in cui l’uomo moderno non si riconosce più, i ricordi variopinti dell’infanzia perduta: sono questi alcuni dei temi affrontati dall’artista materano Mario Intelligente nelle sue opere esposte fino al 26 settembre 2o22 presso la chiesa di Mater Domini, in Piazza Vittorio Veneto a Matera.
La mostra di Intelligente, intitolata “Umanità a colori“, realizza un reportage pittorico di situazioni, simboli e miti che fermentano nell’animo dell’artista e delle persone che si rapportano alle sue creazioni. Un excursus storico, geografico, antropologico nelle varie tonalità emozionali espresse da Intelligente, che si riappropria del proprio vissuto, condividendolo con i visitatori della sua mostra.
L’esposizione, che inaugura la rassegna artistica Asterischi – Matera Art 2022-2023, è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13; il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Ticket di ingresso: 1 €.
Di seguito proponiamo due foto scattate durante la nostra visita alla mostra:
Le opere esposte
Sono 8 le opere di Mario Intelligente esposte in occasione di “Umanità a colori“, oli su tela o pannelli di legno realizzati fra il 2017 e il 2022:
- La Maldicenza, olio su pannello in legno, 2022;
- Il ricco e la povera, olio su pannello in legno, 2022;
- Il naufragio della Natale, olio su tela, 2022;
- Il Peccato Originale, olio su tela, 2018;
- Giocatore di carte, olio su pannello in legno, 2021;
- Il giardino del ciliegio…perduto, olio su pannello in legno, 2021;
- Le maschere di Tricarico, olio su tela, 2017;
- Esodo, olio su tela, 2017.
Sinossi di alcune opere
Su gentile concessione dell’artista, proponiamo le sinossi di 3 delle 8 opere esposte presso la chiesa di Mater Domini. Al seguente link, invece, trovate la brochure della mostra: Brochure di “Umanità a Colori“.
Il giardino del ciliegio…perduto
Vivendo il dramma di questi tempi, l’ispirazione deriva da un concetto di Victor Hugo, che intende evidenziare attraverso l’arte, il grande rispetto per una fonte inesauribile di simboli, di valori, di vita che Madre Natura ci propone nel suo eterno cammino. Madre Natura come donatrice di nutrimento, emblema di fertilità, forza generatrice dell’Universo. Nell’opera è intesa come emblema di rinascita e di speranza… L’uomo può arrivare a compiere abomini… La natura mai. E malgrado tutto essa continua a germogliare e a rinascere anche laddove il ferro e il fuoco dell’uomo hanno portato devastazione.
Il titolo “Il giardino del Ciliegio… perduto” allude all’opera di Cechov. Vuole evidenziare un paradosso che tristemente più volte il mondo ha già conosciuto. E la domanda che ci si pone è sempre la stessa. Come può un popolo intriso di una cultura straordinaria, complessa e originale come quella russa la cui terra è madre di immensi poeti, filosofi, artisti, essere in grado tuttavia di perpetrare scempi di questa portata consapevole di mettere a rischio l’esistenza dell’intera umanità? È la stessa domanda dipinta nei volti grigi e persi dei profughi… mamme bambini anziani… increduli e costretti ad abbandonare tutto. Costretti da qualcuno che quel capolavoro “Il Giardino dei Ciliegi” non l’ha mai letto o ne ha dimenticato l’esistenza.
Il naufragio della Natale
Nella notte di Natale, come in tutte le altre notti dell’anno, si consumano tragedie frutto dell’indifferenza di chi volta lo sguardo dall’altro lato per non “disturbare” il prosieguo della propria vita dorata.
La cultura dell’occidente, che lo si voglia o no, è fondata, strutturata, canonizzata su valori, regole, principi morali, religiosi, filosofici, giuridici, etici e psicologici cristiani. Le società occidentali sono sorte e strutturate da sempre su principi cristiani. L’opera è una palese denuncia della evidente perdita di questi valori e principi richiamati più volte disperatamente da Papa Francesco “Penso alla Libia, ai campi di detenzione, agli abusi e alle violenze di cui sono vittime i migranti, ai viaggi della speranza. Tutto quello che avete fatto…l’avete fatto a me”. Quei principi che hanno tanto ispirato l’arte occidentale del passato oggi naufragano nei mari nella più completa indifferenza.
Evidentemente Dio creò Adamo ma di fatto, oggi forse più che mai, quell’Adamo non esiste più o non è mai davvero esistito.
Il Ricco e la Povera
Si affronta il tema della vulnerabilità sociale dove però si pone anche una questione: tra i due soggetti chi è davvero quello più vulnerabile? La donna ricca che ostenta la sua ricchezza e bellezza o l’uomo indigente e disagiato costretto all’elemosina ma che nel suo zaino custodisce un libro? I cittadini delle società occidentali conoscono uno stato di vulnerabilità che “può essere sinteticamente definita come una situazione di vita in cui l’autonomia e la capacità di autodeterminazione dei soggetti è permanentemente minacciata da un inserimento instabile dentro i principali sistemi di integrazione sociale e di distribuzione delle risorse” (cit. di Costanzo Ranci).
Non esiste quindi nessuno oggi che non sia realisticamente “vulnerabile”.
Breve bio di Mario Intelligente
Nato a Taranto nel 1962, si trasferisce a Matera ancora bambino: è qui che Mario frequenta la scuola, qualche anno di Conservatorio, per poi dedicarsi agli studi di architettura e a tanto, tantissimo sport. Ha partecipato a diverse collettive e personali fra Puglia e Basilicata.