White Canvas – Tele in movimento, progetto artistico in un atto

White Canvas - Tele in movimento, progetto artistico in un atto

Venerdì 26 luglio, alle ore 18:00, presso il Thyme, in via San Pietro Barisano 47, nei Sassi di Matera, Ink Tattoo Studio presenta White Canvas Tele in movimento, atto unico dell’artista Antonella Bubble, curata da Simona Spinella e Valerio Vitale.

Testo critico di Simona Spinella e Valerio Vitale

White canvas – tele in movimento è un progetto artistico che parla di metamorfosi, di cambiamento, di diversità e di unicità, di natura e di natura umana. Racconta di come la natura in sé perfetta nelle forme e nelle funzioni, differisce quando la natura diviene umana.

Il progetto artistico risulta essere un contemporaneo trattato sulla natura, che parte dalla osservazione della natura, e della natura umana, un progetto di ricerca artistica che rimanda nel pensiero al trattato naturalisticoNaturalis Historia, di Plinio Il Vecchio.

La pratica parte dalla indagine di elementi naturali prevalentemente legati al territorio e dalla individuazione di corpi che diverranno parte integrante dell’opera stessa. Un progetto che dal punto di vista storico artistico, rimanda all’arte informale che si concentra sul gesto, sul segno e sulla materia.

Nell’azione pittorica si ritrovano riferimenti all’action painting di Pollock, una pittura per la quale l’esecuzione è affidata all’ampia gestualità e al movimento dell’artista o allo Spazialismo di Lucio Fontana per cui il gesto è un tutt’uno con il segno.

Con un annuncio aperto l’artista ha diffuso la sua richiesta: cercasi volontari per un progetto artistico. Individuati così i partecipanti, ha chiesto loro di offrirle una parte del proprio corpo attivando con essa un rapporto di fiducia.



Il progetto si attiva nel suo studio. Antonella lo prepara, sistema il set performativo in cui si ritrovano vari elementi: un corpo, un foglio, un lettino, dell’inchiostro, dei pennelli, un piccolo rullo, piante, fiori e aghi.

Sul corpo nudo, la tela, Antonella traccia, imprime, segna la composizione, riporta la stessa sul foglio. Agisce al contrario rispetto a quello che quotidianamente fa, il corpo è la sua tela e la composizione viene trasferita sul foglio. Inizia a performare, compie gesti decisi, traccia linee, imprime la natura sul corpo, dipinge senza pennelli usando la tecnica del dripping. Lascia al caso l’effetto desiderato.

Le tele in movimento, quindi, risultano differenti dal punto di vista compositivo perché differenti sono i soggetti e i corpi. Altrettanto accade poi al corpo che epidermicamente differente restituisce il tatuaggio diversamente. I gesti che inizialmente sono pittorici, attraverso la performance divengono poi permanenti sono trasferiti sul foglio ed ecco che, così come accade sul corpo anche lo studio della natura sul corpo e del corpo sulla natura, viene ripassata a china sul foglio divenendo permanente.

Di fatto nell’ottica dell’artista, la natura in quanto tale è assolutamente unica, esattamente come unici sono i corpi dei modelli e delle modelle. Ci troviamo di fronte ad una performance privata, resa in chiave di video art in cui viene evidenziata l’imperfezione della natura, esattamente come quella del corpo umano. Così come i corpi delle persone sono imperfetti, anche la natura si presenta come tale; pertanto l’azione di trasporre lo studio della natura imperfetta dalla carta al tatuaggio vuole essere anche atto di far entrare chi si presta a far eseguire un tatuaggio, in una situazione di comfort con il suo corpo. La pianta in effetti ha una capacità di adattamento fondamentale nello svolgimento del progetto, come si adatta spontaneamente in natura, in questo caso si adatta anche sul foglio di carta e successivamente sull’arto della persona. Ogni tela condurrà la natura e la propria natura in movimento.

Il progetto White Canvas di fatto può essere un riassunto di tutte le esperienze accumulate negli anni dall’artista; un incontro fortuito tra il disegno, il mondo del video e la body art. Di fatto siamo di fronte a tre media espressivi concretizzati in un unico progetto che getta le sue radici in quelle che sono le sperimentazioni artistiche che dagli anni ’60 arrivano fino ai nostri giorni. Basti pensare alle “Antropometrie” di Yves Klein: una performance in cui l’artista utilizza delle modelle esattamente come pennello, cospargendole di inchiostro e chiedendo loro di stampare la loro impronta sulla tela bianca; alle “Sculture viventi” o “Opere vive” del 1961 di Piero Manzoni, vale a dire una serie di sculture in carne ed ossa sul quale l’artista appone la propria firma sul basamento e il corpo stesso delle modelle, dando vita a delle sculture vive. Ultimo esempio, non per importanza, è dato da Vanessa Beecroft e i suoi “Tableau vivant”, ovvero dei quadri viventi che, silenziosi, si muovono tra il pubblico in cui lo sguardo del pubblico diviene mezzo per cambiare il modo in sui si guarda ai corpi delle donne.

Quale è, quindi, l’attinenza tra questi artisti citati e il lavoro di Antonella Bubble? Innanzitutto un utilizzo degli stessi media, ovvero disegno, body art e video art che si ritrovano nell’attenzione che ripone nel lavorare sul corpo partendo dal disegno per arrivare al video al cui centro c’è l’atto performativo del tatuaggio, elementi questi, che divengono significativi nell’evoluzione che porta Antonietta Breglia a diventare Antonella Bubble.




Biografia di Antonietta Breglia

Antonietta Breglia nasce il 12 luglio 1983 a Senise, paese dell’entroterra lucano. Fin da subito muove i suoi primi passi nel mondo dell’arte, avendo un approccio significativo con il mondo del disegno, che la porterà ad una ricerca sempre più mirata e spiccata verso lo studio del corpo. Di fatto non è un caso che già da studentessa riceve numerosi rimproveri dalla sua docente di arte che, dopo aver imparato a conoscere il suo talento e la sua mano, nota che tutti i compiti assegnati agli allievi erano svolti da lei.

Diplomatasi al liceo scientifico, si trasferisce a Bologna, dove intraprende studi in ambito cinematografico presso l’accademia di belle arti, ma senza mai lasciare la passione per il disegno. Qui entra nel mondo del cinema e dei video, lavora a stretto contatto con la settima arte, creando già un primo approccio miscellaneo, quasi un precursore del progetto White Canvas.

Senza mai abbandonare la sua passione per il disegno, la sua relazione con il mondo del tatuaggio inizia per un caso fortuito. In un primo momento coltiva questa nuova passione collaborando con diversi amici che lavorano in questo ambito; di fatto si cimenterà in un primo momento a creare disegni unici che verranno poi realizzati sotto forma di tatuaggio da suoi amici tatuatori.

Nel corso del tempo, la passione per il disegno e per il tatuaggio la porterà a spingersi oltre, a voler creare disegni unici da poter realizzare lei sotto forma di tattoo. Decide quindi di trasferirsi a Londra e intraprendere questo nuovo percorso nel mondo della bodyart. Allaccia rapporti con Henry Martinez Jr., noto come Henry Hate, artista visivo e tatuatore espatriato a Londra, ma di origini californiane famoso per aver tatuato personalità del calibro di Amy Winehouse e Alexander McQueen.

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Henry sarà mentore e amico di Antonietta, la proietta verso quello che è il suo stile, verso l’originalità dei suoi lavori e alla continua ricerca di forme espressive. Dall’incontro tra le due personalità nasce Antonella Bubble, artista poliedrica che usa come medium espressivo un tatuaggio che si caratterizza di tratti sottili e linee precise, una fusione tra tratteggio e sfumature puntinate che creano un mix perfetto tra elementi grafici ed astratti, con un occhio di riguardo su quella che è la natura che contraddistingue la sua terra.

La ricerca di Antonella Bubble, in continua evoluzione e mutamento, la porta, dopo 5 anni vissuti a Londra, ad entrare nello staff del Manchester Ink. Nel 2018, rientra in Italia e apre il suo studio di tatuaggi, il Matera Ink, nella città dei Sassi, Matera. Qui la sua ricerca subisce una svolta. La natura della sua terra, a cui lei è tanto legata, ha il sopravvento nei suoi lavori. Nasce quindi il progetto White Canvas – tele in movimento.

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