Presentazione del libro “Matera. Achitetture del Novecento 1970-2000” a Palazzo Lanfranchi

Presentazione del libro "Matera. Achitetture del Novecento 1970-2000" a Palazzo Lanfranchi

Venerdì 25 febbraio, alle ore 17, presso la Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, presentazione del libro “Matera. Achitetture del Novecento 1970-2000” di Luigi Acito.

L’evento, organizzata dall’Associazione culturale Adriano Olivetti in collaborazione con il Museo Nazionale di Matera, vedrà la partecipazione di Annamaria Mauro, direttore del Museo Nazionale di Matera, e del Sindaco Domenico Bennardi. Seguiranno gli interventi di Domenico Calbi, presidente dell’Associazione Olivetti, Vincenzo Viti, già parlamentare e firmatario della legge 771/’86 che diede il via al recupero dei Sassi, e del prof. Amerigo Restucci, storico dell’architettura, già rettore IUAV nonché redattore del Manuale del Recupero dei Sassi. Seguiranno alcuni interventi programmati di protagonisti di quegli anni e il dibattito.



Sinossi di “Matera. Achitetture del Novecento 1970-2000”

Il libro tratta il tema dell’evoluzione dell’abitare, del progettare e del costruire a Matera nel Novecento. Viene considerato una guida alla conoscenza e alla comprensione dei processi e delle architetture che hanno caratterizzato il secolo appena trascorso.

Il Novecento si chiude tra rimpianti e contraddizioni. Al grande impegno profuso per tutelare e valorizzare il patrimonio architettonico della città storica non ha corrisposto un’adeguata attenzione per la città contemporanea e nulla ha potuto evitare la sua omologazione che, inesorabilmente, è arrivata, anche se con ritardo rispetto alle altre città del mezzogiorno.

La città non è riuscita, negli ultimi decenni del Novecento, a difendere la qualità e il controllo urbanistico del proprio territorio nonostante la consapevolezza di essere stata un caso di studio straordinario. Né l’ambìto riconoscimento Unesco del 1993 è riuscito ad attivare una inversione di tendenza operando, come era giusto che avvenisse, sulle contraddizioni evidenti tra la città storica che ambiva a mostrarsi al mondo e la città nuova che si espandeva massicciamente verso suburbii senza qualità. L’architettura man mano ha perduto la capacità di “farsi strumento attuativo di grandi disegni urbani e sociali”; tuttavia, la città conserva una sua indiscutibile identità e una sua non trascurabile bellezza che abbiamo il dovere di salvare, avendo però la capacità di riconoscere errori e reticenze, e di orientare i nostri comportamenti in difesa di una qualità sempre più diffusa per rendere più gradevole la vita dei suoi abitanti e catturare l’interesse e l’ammirazione dei suoi visitatori.




La velocità e la vastità delle trasformazioni avvenute a Matera, negli ultimi trent’anni del Novecento, sono state tali da impedire, finora, una riflessione “a tutto tondo” sui processi urbanistici e sulle esperienze architettoniche condotte sul corpo fisico della città, sulle buone pratiche, sugli errori compiuti e spesso rimossi dall’attualità, ma indelebili nella storia della città.
La vicenda storica di questi anni è narrata in questo libro, attraverso l’architettura e il farsi della città, grazie al contributo di progettisti che hanno operato con impegno civico, oltre che professionale, e che hanno lasciato tracce sulla “struttura figurativa” della città”.

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